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A Firenze è scoppiato il Carro

Aggiornamento: 8 mag 2018



"Amando con fin core e co speranza, di grande gioie fidanza donami Amor piu ch’eo non meritai, che mi ’nalzao coralmente d’amanza da la cui rimembranza lo meo coragio non diparto mai."

- Pier delle Vigne -


Come leggendari crociati due cavalieri ed un piccolo fagotto, stamani verso le dieci, abbiamo attraversato Porta al Prato, percorso Via del Parione, poi Via degli Strozzi, girato a Piazza della Repubblica e diretti siamo giunti al Duomo.


Lo Scoppio del Carro è una manifestazione della tradizione popolare laico-religiosa che si svolge la domenica di Pasqua a Firenze.


Il Carro è lo stesso dal 1494, dopo la tentata rivoluzione teocratica di Savonarola, quando la famiglia de' Pazzi ne costruì uno nuovo e negli anni è stato solo restaurato.


Scortato da 150 fra armati, musici e sbandieratori il Carro parte da Porta al Prato, trainato da due paia di buoi infiorati ed arriva in piazza del Duomo; vi viene attaccato un filo di ferro, che sostituisce la corda sugnata dell'epoca, teso a circa sette metri di altezza e legata l'altra estremità, al centro del coro, all'interno della Cattedrale.


Mentre si procede a questa sistemazione, dalla Chiesa di Santi Apostoli, nella piazzetta del Limbo, nella parallela interna al Lungarno degli Acciaiuoli, tra Ponte Trinita e Ponte Vecchio, Borgo Sant'Apostoli appunto, ha principio una processione preceduta dal gonfalone di Firenze e dalla bandiera della famiglia Pazzi diretta al Duomo e, alle ore undici, al canto del Gloria in excelsis Deo, l'arcivescovo, accende dall'altare la miccia di un razzo a forma di colomba che, tramite la fune, percorre tutta la navata centrale fino a raggiunge all'esterno il Carro, facendolo incendiare tramite dei mortaretti posti ai lati; una volta incendiati gli artifici, la colombina, deve tornare indietro all'Altare Maggiore da dov'è partita, ripercorrendo da sola il percorso di andata, altrimenti il raccolto dell'anno non avrà buoni auspici, questo creava un rapporto speciale tra campagna e luogo urbano, tra centro e periferia. Per la cronaca, una delle ultime volte che la "colombina" fallì tale "missione" fu il 1966, e a novembre ci fu l'alluvione famosa.



Il Carro, detto anche Brindellone, si avvolge incendiato di nubi e scoppi come se l'aria stessa emettesse scintille sempre più luminose. Scintille, luci, una vera pioggia di viola, di rosa, di rosso, di verde, di bianco e di blu. Il profilo del Carro scompare del tutto in questo caleidoscopico gioco di luci e colori e, pian piano, unitamente al fumo si dissipa nell'aria lo spettacolo pirotecnico.




La tradizione risale al 1097, quando al comando di Goffredo di Buglione, duca belga della bassa Lorena, in Francia, i crociati partirono per la terra santa e nell'estate del 1099 assediarono la città di Gerusalemme. Secondo la tradizione fu il fiorentino Pazzino de' Pazzi a salire per primo sulle mura della città santa dove pose l'insegna bianca e vermiglia. Per questo atto di valore, Goffredo di Buglione gli donò tre schegge di silice del Santo Sepolcro, una delle quali sembra sia la pietra focaia con cui si incendia la miccia posta sotto la colombina.


I crociati consegnarono a tutti il fuoco benedetto, come simbolo di purificazione e da questa cerimonia risale l'usanza di distribuire il fuoco santo al popolo fiorentino e da qui attraverso varie trasformazioni si è giunti allo scoppio del Carro, che prende fuoco per tutti. La colombella oggi non è tornata, speriamo che Pier delle Vigne sia di buon auspicio almeno.


Pier Paolo Piscopo



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