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Convenzione per un’Europa federale. Il ruolo e le responsabilità dell’Italia

Aggiornamento: 17 feb 2023

 “L’Europa dovrà essere quello spazio in cui ogni studente dovrà parlare almeno due lingue europee entro il 2024” (Macron)

La Francia, per la prima volta dopo la dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950, sceglie con Macron di rivendicare un’unità politica per l’Europa, proponendosi di fatto a detenere un ruolo federatore.


Nel Centro Congressi Roma Eventi, a Piazza di Spagna, ieri, s’è tenuta la conferenza sulla Convenzione per un’Europa federale Il ruolo e le responsabilità dell’Italia.

Il Movimento Federalista Europeo ha invitato gli esponenti delle forze politiche europeiste nazionali e delle forze economiche e sociali a confrontarsi su questi temi, di darne ampio dibattito nelle prossime elezioni nazionali, per far si che l’Italia partecipi a questo tentativo di dare un nuovo avvio all’Europa, ricordandosi di essere stata un Paese fondatore e poter continuare a partecipare alla rifondazione europea.


Hanno coordinato l’evento Luisa Trumellini (Segreteria nazionale MFE) e Antonio Argenziano (Segretario nazionale GFE).


Il Presidente MFE Giorgio Anselmi ha così dato apertura alla discussione: “fermo restando che il rispetto dei Trattati è ineludibile, una riforma degli stessi è necessaria e auspicabile, sarebbe una vergogna se il nostro Paese facesse deflagrare il sogno europeo, il sogno di un’appartenenza al Futuro; invece, se affiancassimo la Francia in questa visione progressista, daremmo un nuovo slancio al peso politico che rappresentiamo in Europa.”


Macron ha aperto un nuovo corso politico già nella sua campagna elettorale, incentrando la sua azione s’un tema impopolare come l’Europa, promettendo una migliore Europa, e, partendo dalla dimensione nazionale del forte orgoglio sovrano francese è riuscito a saldarlo in una aspirazione internazionale, dove la Francia potesse rivestire un ruolo trainante.


Nel suo discorso tenuto alla Sorbona il 26 settembre scorso, Macron, chiede l’avvio di un processo ri-costituente e la riforma dei Trattati. Comunicando l’insostenibilità di un’Unione monetaria costruita senza un’unione bancaria, fiscale, politica ed economica e comunicando la volontà di dragare la UE fuori dalle secche dei veti nazionali, ha offerto un progetto e indicato un percorso (dando tappe e termini).


Qui potete trovare i punti chiave del discorso.


L’Europa così torna ad essere la priorità della classe politica europea e non una battaglia difensiva. Macron costringe Berlino a progetti operativi e aggiustamenti istituzionali che s’inseriscano nel quadro politico d’integrazione di tutti i settore chiave legati all’Europa.

l’MFE intende raccogliere questa sfida sostenendo e promuovendo i contenuti di una visione federale che contribuirà alla realizzazione di questo percorso di rifondazione.

Insieme si propende di superare i meccanismi di governance intergovernativi, finora in seno all’Europa, inefficaci a livello di scelte qualitative e di tempi rapidi, privi di democraticità e che finora hanno proposto solo uno scontro-confronto tra governi e interessi nazionali, alimentando la sfiducia reciproca, generando veti incrociati e allontanando come una chimera la solidarietà strutturale della UE.


In Germania la corrente che non vuole superare l’assetto intergovernativo, fondato su regole centralizzate invece che su istituzioni dotate di poteri politici, è molto forte, e trova alleati nei paesi del Nord.




L’MFE propone quindi:


– Un governo economico europeo diretto da un Ministro delle Finanze Europeo che sia al contempo Vicepresidente della Commissione europea (organo esecutivo e promotore del processo legislativo).


– Una capacità propria di bilancio per l’eurozona, capace di produrre effetti macroeconomici per assicurare politiche indipendenti dagli Stati membri.


– Un sistema di risorse proprie che assicuri che i beni pubblici europei siano finanziati con entrate europee.


Arrivando così ad un punto determinante: il passaggio ad un bilancio di risorse proprie piuttosto che fornite dagli Stati; solo in questo modo la UE potrà collaborare con gli Stati e non più forzare.


Al fine di una maggiore sovranità:


– Il Consiglio dell’Unione europea (formato dai ministri degli Stati membri, contitolare del potere legislativo con il Parlamento europeo) dovrebbe essere costituito da un rappresentante permanente per ogni Stato e una configurazione legislativa singola, al fine di divenire un’istituzione democratica e politica con chiare responsabilità delle proprie decisioni verso i cittadini europei.


– Il Parlamento dovrebbe adottare una procedura legislativa ordinaria su tutte le politiche che richiedano maggiore integrazione come: energia, affari interni, giustizia, finanza, fiscalità, ambiente e diritti.


Entrambi dovrebbero usare il voto a maggioranza qualificata invece che la prevalenza della regola dell’unanimità.


– Le competenze esecutive del Consiglio europeo (funzioni d’indirizzo politico, composto dai capi di Stato o di governo degli Stati membri) e del Consiglio dell’Unione europea dovrebbero essere trasferite alla Commissione Europea, che diverrebbe unico esecutivo.


– Della Commissione Europea ne dovrebbero essere ridotti i membri e una composizione più politica che rifletta la maggioranza all’interno del Parlamento Europeo, affinché la Commissione spezzi i legami con i governi nazionali e rappresenti appieno i cittadini europei.


– La creazione di liste paneuropee per le elezioni nel Parlamento contribuirebbe all’europeizzazione del dibattito pubblico.


Da ultimo attuare una politica comune su asilo e immigrazione, che collabori con i Paesi d’origine e transito e realizzare l’Unione europea della difesa, perché fin’ora la UE, pur avendo un contingente armato con più soldati degli USA e spendendo più della Russia, ha un esercito meno efficiente.


Al dibattito sono intervenuti Elmar Brok, dell’SDU, Mercedes Bresso del Gruppo Spinelli e Andrew Duff il Presidente, Sandro Gozi Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Piero Fassino del PD, Lucio Malan e Stefano Parisi di FI e Gaetano Quagliarello di Noi con l’Italia.


Per sostenere l’azione dell’MFE si può sottoscrivere gli appelli sul sito www.mfe.it o iscrivendosi compilando la domanda allegata.


Per credere e costruire un Europa non degli Stati ma dei Cittadini, proprio ora che ha un problema di legittimità con il suo popolo, nata promotrice e a difesa dei Diritti dell’Uomo, per riscoprirsi, libera e unita, foriera di una nuova civiltà.



Pier Paolo Piscopo

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