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Immigrant for chiacchiere da Bar!

Aggiornamento: 5 ago 2018

Sono d'accordo anch'io che le parole dovrebbero avere un corpo, scendere dai manifesti nei bar delle piazze e vivere da sole. Da genitore apprensivo però non mi fido, è molto difficile: teorie da manuali e ragionamenti accademici devono vestire le tute acetate della domenica o come profeti scalzi nel deserto, vox clamantis in deserto, andare raccontando la buona novella tra la gente di strada a prendersi una birra, si facciano vita, fregandosene delle conclusioni? Cosa fare?


Il q.b giusto nelle ricette è l'equilibrio. Le società occidentali... eh lo so, alla parola "occidentali" vi ho già perso... con alla base il modello capitalistico - vado avanti lo stesso altrimenti qua non si cresce - avendo sviluppato e investito sul capitale hanno perso qualcosa. Cosa?


Per esempio la magia. Il racconto orale. La superstizione. La convivialità. La condivisione. La lentezza. L'ozio. L'attesa. Il caso e il caos. Scusate la libertà di paronomasia. Il tribalismo collettivo. Bastava una sola parola: umanità! Invece che tutta la tensione posta verso il profitto, l'evoluzione insita come istinto rapace, la velocità d'esecuzione, l'audience, il margine, il surplus, lo share, il prezzo, l'eroismo edonistico. Lasciare spazio all'errore, la risata, l'inutile, la perdita, l'attesa, l'osservazione, il silenzio.


Belle parole di cera, suppellettili per dar credito a un discorso? No!


La condivisione e la conoscenza di questi saperi possono aiutarci a recuperare il tratto dell'umano per proiettarci nel nuovo futuro. Distillare il buono delle parti in q.b..


Un futuro che sarà un domani-macchina non c'è dubbio; allora quando tutto sarà automatizzato che ce ne faremo di uomini-robot che svolgono perfettamente il lavoro che fanno già le macchine!? Questo l'Arte lo capì con l'invenzione della fotografia.


Quello di cui ci sarà penuria sarà proprio il lato umano; ecco perché sopravvivono le discipline umanistiche, perché l'uomo insegna alle macchine che cos'è la vita, che cosa c'è oltre la composizione bio-molecolare di un fiore donato ad una ragazza; sotto il suo sguardo scoprirla sorridere non ha spiegazione, sono cose che senti, si chiama dialogare con l'eterno.


Essere costantemente altro, non avere radici per l’anima, da vivere condanna, soltanto vedere! Neanche a me appartenere! Andare avanti, andare dietro l’assenza di avere un fine, e l’ansia di conseguirlo! Viaggiare così è viaggio. Ma lo faccio e non ho di mio più del sogno del passaggio. Il resto è solo terra e cielo.
Fernando Pessoa, Se io, 1906

In un mondo sperequato dove, da una parte ci sono le industrie, le infrastrutture e il know how e dall'altra ci sono le risorse, un capitale indeterminato, energia umana e naturale non sfruttate; se riuscissimo ad equiparare i piatti della bilancia e far camminare le persone s'un unico territorio economico si creerebbe una pangea enorme di mercato e nuove possibilità d'investimento; con all'interno popoli e culture allo stesso livello, con una stessa cultura di diritti, con un'opinione pubblica partecipe e attiva.


Saperi diversi, integrabili, che potranno commerciare, pensare, vivere, fino a che non tramonterà l'ultimo sole, insieme, da pari.


Far in modo che altri Paesi raggiungano la libertà che abbiamo noi occidentali non è un discorso buonista, questo farà si che potremmo scongiurare sempre più guerre, devastazioni e creare mercati, scambi, opportunità, risorse. Come? Incontrandoci!


Camminano in fila compatti, uno dietro l'altro, con la mano sinistra sulla spalla destra del compagno davanti, sono nuovi cittadini che cercano sedie vuote, una accanto all'altra che aspettano solo di essere riempite, per scambiare due chiacchiere, mangiarsi un panino, una pasta o un riso jollof e creare un'impresa.


Nella Storia le guerre sono accadute, nella maggior parte dei casi, tra nazioni che non avevano uno stesso potenziale economico e militare. Scatenare una guerra contro un Paese che ha la stessa forza belligerante comporta conseguenze e perdite talmente alte che nessuno Stato sacrifica. La guerra è sempre un atto vile, di sfruttamento. Creare un mondo unito, un grande mercato di capitali e forza lavoro unico, senza zone meno sviluppate di altre significa sperare in una pace perpetua e continuare la specie umana. Ecco perché i confini in futuro non esisteranno più. Quando l'uomo considererà l'ovunque la sua pace, non ci saranno più guerre.


Quello che penso si ricollega ai tavolini rossi sbiaditi della Coca-Cola dei Bar di paese. Bisogna recuperare l'umano. Vivere!



Pier Paolo Piscopo

Ƹ̴Ӂ̴Ʒ


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