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Immagine del redattorePier Paolo Piscopo

Menti che pensano...

Il Decreto Dignità, appena approvato dal Consiglio dei Ministri, prevede che i contratti precari siano più complicati e costosi, al fine di disincentivare le aziende nell'assunzione a tempo determinato.


Il Decreto interessa circa 3 milioni di lavoratori, perfettamente in media al resto dell'Unione Europea.

L'aumentata necessità di produzione, la tecnologia e la più alta competizione a livello globale hanno portato un mutamento strutturale nel mercato del lavoro che poco dipende dalle leggi: è un'esigenza degli imprenditori per sopravvivere, flessibilità e libertà.

D'altra parte i lavoratori non hanno di fronte un mercato ancora pronto che li possa, subito, nuovamente assorbire, hanno bisogno poi di tempi di ricerca, di aggiornamento; corsi di perfezionamento o d'insegnamento, al fine continuo di essere al passo con i tempi.

Più che sconfiggere il precariato, serve promuovere l’occupazione in un mondo nel quale presto le macchine sostituiranno la gran parte dei posti di lavoro. Tutti dovremmo avere una visione sul futuro a più ampio raggio.

Il problema non è la ricchezza ma che non c’è abbastanza lavoro pagato. La retribuzione è mal distribuita. Ci sono lavori inutili, che non producono ricchezza, in mano a pochi, che vengono pagati molto e lavori necessari, che svolgono la maggior parte delle persone e creano tanta ricchezza, ma che vengono pagati pochissimo.

Per far fronte ai problemi di occupazione e competizione, servono investimenti nella qualificazione del capitale umano e nella formazione.

Oggi l’Italia è il fanalino di coda, soltanto il 23% dei ragazzi, tra i 25 e i 35 anni, è laureato!

Le macchine fanno e gli uomini gli dicono cosa fare. Di questo avremo bisogno!

Porre i fini sopra i mezzi e preferire il buono all’utile
John Maynard Keynes, 1930

Abbiamo bisogno di menti che pensino, che sappiano capire, comprendere, essere indipendenti. La ricchezza esiste, ma non è ridistribuita per poter creare altra ricchezza, gli occhi devono essere incollati al futuro, bisogna solo guardare avanti, prendere posizione, essere critici di fronte al sistema. Ovviamente se continuiamo ad avallare qualcosa che non ci piace, senza pacificamente boicottarlo, è inutile poi lamentarci.

Oggi sembra quasi un truismo che chi è povero lo è perché non sa gestire i propri soldi e regalare uno stipendio lo indurrebbe al dolce far niente.

Ma questo non potrebbe ai poveri dare l’opportunità di avere una scelta?

Gli artisti lavorano anche se non sono pagati…sperando di essere ripagati in seguito. Se qualcuno desse loro la possibilità di vivere con un minimo di stipendio non penserebbero certo a smettere la loro ricerca artistica! Anzi!

In carcere, vitto e alloggio sono gratis, eppure la punizione data ad un detenuto è la privazione del lavoro!


L'utile si crea. Insieme alla voglia di avere di più, di poter fare di più, ma creare denaro non è semplice serve tempo, talento e denaro! Il reddito di cittadinanza consentirebbe la mera sopravvivenza e permetterebbe la formazione continua. Il talento si coltiva. Inoltre chi ha tempo libero e un salario minimale garantito spende. Il povero no.



Le voci di Wikipedia, o di qualsiasi contenuto online, è stato creato senza retribuzione, i guadagni sono venuti in seguito con la pubblicità, ma i lavoratori volontari ebbero la possibilità economica di produrre quei contenuti.


Tutti siamo portati a volere più di quello che abbiamo. Questo potrebbe essere la dimostrazione che la persona che ha avuto un piccolo aiuto non passerà le sue giornate poltrendo. Con tutta la ricchezza che ha il pianeta, a cosa conviene tenerla solo per pochi? E perché?

Ricordiamoci che chi è ricco è ricco perché chi è meno ricco da lui compra o consuma.


Sicuramente non è utile ad una società tenere i propri cittadini nella povertà, nella precarietà fisica e mentale e nell'indigenza. Perché? Perché sono un peso a livello di spesa pubblica: i poveri, gli analfabeti, gli ignoranti, i barboni, i drogati ecc. costano.

Una società non evolve se i suoi membri devono pensare a cosa poter mangiare la sera, come arrivare a fine mese, come riparare la macchina, come permettere ai figli lo stesso tenore di vita dei loro coetanei ecc. Sono stressati.

Una persona disoccupata, o pagata poco, non ha abbastanza energia mentale oltre che la possibilità materiale di pensare a qualcosa che non sia sopravvivere.

Chissà qual’ è l’asse differenziale di convenienza tra elargire denaro gratis e il costo che ha lo Stato nell'assistenza sociale, corsi vari, servizi statali gratuiti, spese di pulizia, ispettori di controllo e tribunali, oltre tutto l’ammontare che le maglie burocratiche rubano all'ingranaggio! Non ragionare sul reddito di cittadinanza è pervicace e fine a se stesso.



Pier Paolo Piscopo

Ƹ̴Ӂ̴Ʒ

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