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Immagine del redattorePier Paolo Piscopo

La Scuola nella Natura: Educazione oltre le Aule


La scuola, nel concepimento attuale della sua funzione forma un individuo superficialmente a gradi, si limita a trasmettere semplici dati. La Scuola nella Natura non è un concetto nuovo ma potrebbe rientrare in quel Rinascimento sociale che tanto attendiamo.


Il mandato della Scuola, emanato dallo Stato, è quello di veicolare principi, idee e valori condivisi dalla società in cui essa stessa si inserisce ed educa. I dati e i fatti sono solo strumenti e concetti: il loro scopo è fornire le basi necessarie a far crescere cittadini responsabili e consapevoli.


L'educazione integrale è un concetto che sottolinea l'importanza di un approccio olistico all'educazione, che tiene conto di tutti gli aspetti dello sviluppo dell'individuo, compresi quelli moral, civico e sociale, oltre all'aspetto puramente didattico.


Il facile sillogismo che se dimentichiamo un dato, allora non è utile impararlo, è erroneo: non è il dato in sé a formarci, ma la persona che, attraverso quel dato, si forma. Tale abilità è simile a quella necessaria alla pianta che per sopravvivere ricerca l’acqua. Non possiamo affermare che sia inutile innaffiare, anche se l'acqua si perde nel sottosuolo: allo stesso modo ci nutriamo della linfa della cultura.


È attraverso l'istruzione che acquisiamo non solo conoscenze, ma anche una comprensione profonda della morale e dell'etica che sottendono ai principi e ai valori su cui si fonda la società nel corso dei secoli.


Attualmente, tuttavia, non esiste un decreto o legge specifico nel sistema legislativo che stabilisca in modo esplicito il principio dell'"educazione integrale". L'idea di un'educazione olistica che tenga conto di tutti gli aspetti dello sviluppo dell'individuo è generalmente incorporata nella filosofia educativa e nelle linee guida ministeriali, ma non è definita in un documento legislativo specifico. Il sistema educativo promuove questa visione attraverso vari documenti, politiche educative e orientamenti pedagogici, ma non tramite un decreto o una legge in particolare che forse servirebbe.


La didattica è sostenuta dalla pedagogia.



materiali educativi scuola nella natura
Nuovi materiali educativi della scuola nella natura


Dove voglio arrivare? Nessun pedagogo negherebbe che l'individuo ha bisogno di muoversi. L'attività motoria non solo contribuisce al benessere fisico, ma anche, e non da ultimo, a quello mentale. Bambini e ragazzi necessitano di spostarsi. Tuttavia, il sistema attuale li costringe a lunghi periodi di sedentarietà; i nostri studenti trascorrono sei ore seduti al mattino e tre o quattro ore seduti al pomeriggio a svolgere compiti, in ambienti chiusi e spesso isolati.


Non possono comunicare liberamente con i compagni a scuola e, in molti casi, non possono utilizzare il cellulare a casa con il medesimo scopo. A ben ragione, perché l’apprendimento in altro modo sarebbe ostacolato dalla distrazione che per loro come individui è importante ma che nell'ottica adulta sociale è frivola.


Un insegnante o un genitore non può non impostare che alcune basilari regole per ottenere un apprendimento idoneo; in questo paradigma quindi, così impostata la didattica è l'unica possibile. Il problema è a monte.


NaturDeficit Disorder è l’idea coniata da Richard Louv, saggista ed editorialista nel 2005 per descrivere le possibili conseguenze negative sulla salute individuale e sul tessuto sociale, quando i bambini rimangono in ambienti chiusi e lontano dal contatto fisico con il mondo naturale. Vivono in particolare un'esperienza solitaria.


Molte volte insegnanti e genitori allontanano i bambini dalla Natura per paura di infezioni, microbi, punture, morsi ecc. In un sistema educativo così concepito, si richiede il mantenimento del silenzio in classe e l'assegnazione di compiti per rafforzare quelle nozioni attraverso lo studio e il ripasso a casa.


Tuttavia, l'eccessiva sterilità degli ambienti, lontani da ogni contatto con i batteri, può mettere a rischio la salute dei bambini, che sono vulnerabili. Inoltre, se un bambino non è abituato a interagire e a scontrarsi con gli altri e muoversi o a svolgere attività pratiche, tra cui l'uso delle mani, l'equilibrio e l'applicazione del buon senso, essendo costretto gran parte dei pomeriggi sui libri di scuola, potrebbe incorrere in pericoli quando si trova a contatto con la natura, come inciampare, ingerire qualcosa di nocivo o non conoscere le possibili reazioni da parte degli esseri viventi.


Pertanto, sarebbe necessario un approccio didattico diverso, concepito in modo radicalmente innovativo.


Louv cita ricerche che indicano disturbi dell'attenzione, obesità, DSA, indebolimento della creatività e depressione come problemi associati a un'infanzia lontana dalla natura e che gli esseri umani, in particolare i bambini, trascorrono meno tempo all’aria aperta rispetto al passato e la convinzione che questo cambiamento si traduca in un’ampia gamma di problemi comportamentali. Va detto che questo disturbo non è riconosciuto in nessuno dei manuali medici, come il DSM-5, sui disturbi mentali.



scuola immersa nel verde
La scuola nella natura


La persona sostiene Louv deve muoversi, deve essere in contatto con gli altri e deve essere inserita nella Natura per apprendere al meglio. A motivo di ciò si sente il bisogno della Natura didattica, di una scuola immersa nel verde di una foresta, tra gli alberi, vicino a corsi d’acqua e con tanti animali di diversa specie e il tempo che un individuo dedica all’apprendimento dovrebbe essere totale.


Il concetto della "scuola nella natura" promosso da Louv si basa sull'idea di spostare l'ambiente educativo tradizionale dai confini delle aule scolastiche verso gli spazi aperti e naturali. Egli ritiene che l'educazione debba integrare l'esperienza diretta con la natura, permettendo agli studenti di apprendere attraverso l'osservazione, l'esplorazione e l'interazione con il mondo naturale.


In un contesto di "scuola nella natura", gli studenti hanno l'opportunità di immergersi nell'ambiente naturale, di studiare la fauna e la flora, di apprendere principi scientifici, di sviluppare abilità pratiche e di acquisire una comprensione più profonda dei sistemi. Questo approccio incoraggia la curiosità, la creatività, l'autoesplorazione ma anche la sensibilità, l’empatia e la responsabilità nei confronti dell'ambiente e dell’altro a noi vicino e lontano.


L'esposizione costante e diretta alla natura non solo arricchisce l'apprendimento, ma può anche contribuire al benessere mentale e fisico degli individui, riducendo lo stress e promuovendo un senso di connessione con il mondo. Gli studenti devono essere incoraggiati a esplorare, parlare, confrontarsi, sperimentare, imparare e crescere immersi nell'ambiente naturale che li circonda a contatto con altri esseri viventi.


Il pensiero ha illustri predecessori, il filosofo Jean-Jacques Rousseau nel suo celebre trattato Emilio, o dell'educazione (1762) affermava:


“l'educazione dovrebbe seguire la natura umana e non costringerla a sottomettersi a regole che contrastano con la sua essenza. Il movimento e l'interazione con l'ambiente naturale sono parte integrante della nostra natura, e una vera educazione dovrebbe rispecchiare questo principio fondamentale.” - Jean-Jacques Rousseau -

Rispetto all'approccio tradizionale, questa visione dell'educazione richiede un cambiamento radicale. Si tratta di spostare il focus dall'istruzione passiva alla partecipazione attiva, permettendo agli studenti di imparare e crescere immersi nell'ambiente naturale e in relazione con altri esseri viventi.


Il pensiero dell'Illuminista converge con quello di Friedrich Fröbel, definito il "pedagogista del Romanticismo", noto per aver creato e messo in pratica il concetto di Kindergarten. Il termine "Kindergarten" è composto dalle parole tedesche "Kinder" (bambini) e "Garten" (giardino), che insieme significano "giardino dei bambini"


Fröbel ha attribuito grande importanza al gioco come strumento educativo. Ha sviluppato una serie di materiali educativi chiamati "Doni" e "Materiali dell'Occupazione", progettati per incoraggiare l'apprendimento attraverso l'esplorazione e la creatività. I "Doni" erano oggetti geometrici e manipolativi come blocchi, sfere e bastoncini, mentre i "Materiali dell'Occupazione" includevano attività come intrecciare, piegare e tagliare. Questi materiali hanno fornito opportunità ai bambini di sperimentare concetti matematici e scientifici in modo pratico e intuitivo.


L'approccio pedagogico di Fröbel si basava sull'idea che l'educazione dovesse essere centrata sull'individuo, rispettando il suo sviluppo naturale. Ha sottolineato così l'importanza di coltivare la creatività, l'autonomia e il senso di comunità nei bambini fin dalla più tenera età.


Fröbel vedeva il bambino come un essere completo e unico, con la capacità intrinseca di apprendere e svilupparsi. Ha incoraggiato gli insegnanti a fungere da guide, facilitatori e modelli, anziché limitarsi a trasmettere informazioni e a reprimerli.


In definitiva, l'approccio della "scuola nella natura" rappresenta una chiave per trasformare il nostro sistema educativo in un contesto dinamico e naturale, in cui l'apprendimento avviene attraverso l'esplorazione, il gioco e la collaborazione, arricchendo non solo la mente ma anche l'anima degli studenti.

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