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Migrazioni

Aggiornamento: 21 apr 2019


The sparkle of a newborn traveller that was lit when scrolling through the last page of the book that took you into its pages and rivived your own memories of days far gone…and you are ready to go!





Si sfoglia la carta delle pagine di un diario come una litania, una preghiera la sera quando si sgrana il rosario, come i ricordi si vivono da soli e quando finisce, quella che di quelli vive, si vuole partire, far esperienza e perdere lo sguardo; a volte, ricominciare; è l’infinito quello che rapisce il viaggiatore, la meraviglia dello sconosciuto.

Verità o risposta? Domanda o illusione?


La migrazione, le immigrazioni e l’emigrazioni sono di fatto la cassa toracica del corpo dell’Essere del Mondo che custodisce all’interno il suo segreto di rigenerazione: s’alza e si abbassa allora lo sterno come di un grande Albatros l’alta e la bassa marea dei mari di chi guarda e di chi resta, e come il respiro del mondo è il respiro d’Europa, il battito del cuore come quello dei volatili, il movimento-respiro e il crick-crock delle foglie sotto i passi delle scarpe di un uomo solo la sera nel parco che rinvolta le spalle nel cappotto, sono the New Renaissance che tutti, chi migra e chi stanzia accumulando e ponendo le sue radici, guardano il cielo all’occaso sperando e chi aspettando… come se fossero e infondo ci credo, lo sono, le due facce della stessa medaglia. Chi va e chi resta.



Questo respiro è un movimento. La vita il suo significato. Cosa faccio? Respiro.

La medaglia sulla quale lo stregone che tutto forgiò e che su questa incise il Giano bifronte che al Tutto fece corrispondere l’Essere e il suo contrario: l’Assenza.


Tutto è manifestazione dell’essere nella sua immanenza e nella sua transitorietà.

Il movimento rappresenta la vita di un organismo. Allora dal basso, dalla terra, in autunno, quando i vecchi ripongono le grandi botti e le reti in cantina, le migrazioni iniziano e come di consueto si verificano per mare e dal cielo le stragi purtroppo di chi ha provato ma non ce l’ha fatta: è quando si apre la stagione della caccia e come foglie sugli alberi, in bilico tra lo stare e l’andare, tra le radici della terra e il volo nel cielo, cosi il solco nelle acque – cornici blue-nuance delle terre – dell’immigrazione si apre e anche il caso oltre la legge si accanisce contro l’uomo libero.


Gli uomini liberi sono pronti a cavalcare: le maree e le correnti, le arie e i venti e su questa musica si sogna, si naviga, si vola. Come uccelli sono le parole del respirare.

Azioni e parole compongono il Mondo e il Sogno ne da l’abbrivio.


Dal basso verso l’alto proiettato in un infinito che devi solo immaginare per poterlo vedere realizzare, che si può solo immaginare… mentre le foglie continuano piano piano a colorire l’autunno e divenire altro, sono proprio queste foglie da dove respirano le radici. Il vento allora nasce dalla terra. Come la libertà dalla schiavitù. Come chi va da chi resta. Chi muore da chi vive. E il mondo la sera poi si spegne per tutti prima o poi.

Ma è nell’attimo! Un’ora prima della sera ci si mette seduti in terrazzo e si guarda nello stesso punto in cui altri, all’istante milioni, staranno guardando riponendo i loro segreti, le loro speranze sempre nell’aria. Perchè l’aria è libera e senza ostacoli.


La magia del tramonto e questa interfaccia con l’alba, sono la stessa cosa eppure l’opposta, la nascita e la morte, l’inizio e la fine, lo stare e l’andare ma insieme compongono la stessa realtà, la sua vita: il movimento e l’assenza.

Da dove tutto è iniziato. You breath…


Breathing!!!






Pier Paolo Piscopo

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