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Tra Espressività E Concetto, Visioni D'un Gioiello

Vana corsa, quando la vigliaccheria ci insegue e la prodezza fugge.
William Shakespeare

Nello spazio Arte in regola in Via dei Cappellari 92 a Roma, fino al 31 Maggio è esposta una mostra sulla scultura del gioiello, visitabile dal lunedì al sabato, con orario 15.30/19.30, in pieno centro storico un'esposizione del gioiello artistico.


Tema centrale è la figura umana, nella sua interezza e nella sua estatica estetica dinoccolata, nelle sue forme anatomicamente perfette, ma anche nella sua interiorità, racchiusa in una simbologia contemporanea che abbraccia varie tematiche del mondo moderno.


Gli artisti sono Carla Campea, artista e designer di gioielli ed Emanuele Leonardi maestro d’arte e arredamento, specialista in gioielli concettuali.


Accomuna le opere dei due un dialogo immaginario sulla figura umana, in grado di fornire una chiave di lettura che tesse le trame di un invisibile tutto armonico ed apre i suoi petali svelandone i segreti, come due metà che si completano: l'energia femminile esplosiva, variegata e di una espressività travolgente, arricchita da una costante allegoria, cara all'artista fin dall'infanzia, come quella di Dafne, e, un'energia maschile, più contenuta, interna, sintesi espressiva tesa a ricercare l'esplosione nelle sinapsi della mente, le quali dopo avere osservato si aprono ad un mondo ideale.


Quello che mi ha colpito di Leonardi è questa sua carica espressiva, appunto silente, quasi nascosta, ma perentoria, forte e soprattutto di una valenza positiva nelle tematiche, a volte drammatiche, che rappresenta; come Esodo, un bracciale sul quale v'è raffigurata la fuga biblica, allegoria del fenomeno migratorio di bambini profughi istriani, ma che alcuni cuori debbono affrontare ancor'oggi. Le figure ricercano una tematica e nelle forme sconfinano quasi nell'astratto, ma poi la voce narrante è sempre percepita e non è difficile comprenderne il significato. Oppure bellissima è la trilogia di anelli Destini, che narra tre aspetti dell'amore: quello dove i due amanti sono posti all'estremità dell'anello, separate da un grosso baratro; un secondo dove, pur vicine, le persone sono di spalle, simbolo che guardano in direzioni opposte e infine il terzo elemento che raffigura due persone che hanno avuto il destino di vivere accanto. Nell'atelier è anche presente la collana con cui Leonardi ha vinto il premio Artistar Jewels 2017, Valutazione del rischio in legno, cuoio e bronzo, che rappresenta il rincorrere d'un desiderio e quando lo si è raggiunti esso a volte si spezza.





La ninfa raffigurata dalla Campea invece, nei suoi orecchini, bracciali o in bassorilievo su alcune scarpe con tacco, riproduce i mille rivoli dei fiumi e dei ruscelli della vita che l'allegoria, come le vene di un essere umano, dispone: le infinite strade che percorre l'amore per ritrovarsi o perdersi per sempre.


La leggenda vuole che, quando Apollo s'innamorò della bellissima ninfa, Eros geloso fece scagliare due frecce, una d'oro che fece completamente perdere il senno al dio e l'altra di ferro che trafisse la ninfa, destinata a scappare per sempre, ossessionata dall'amore del dio. Alla fine esausta chiese aiuto ai genitori che la trasformarono in una pianta d'alloro, con la quale Apollo si cinse la testa.


La bellezza di questi gioielli è, oltre che nella loro eleganza, nella metamorfosi (simbolo legato alla donna) di Dafne, colta proprio nel mentre che il torpore pesante le afferra le membra, la corteccia sottile gli si chiude sopra il morbido seno, i capelli divengono steli, ove vi si abbarbicano le foglie, le braccia si trasformano in rami e i piedi in immobili radici, esattamente un attimo prima che il volto scompare nell'oblio.


Apollo però non poté comunque fare a meno di amarla: lei gli era entrata nelle ossa, lei dimorava nella sua pelle e Ovidio racconta nelle "Metamorfosi" che:



"Eppure lui l'amava ancora e, poggiata la mano sul tronco, sente ancora trepidare il petto sotto quella silenziosa e fredda corteccia e, stringendo fra le braccia i suoi rami come un corpo, ne bacia il legno, ma quella ancora ai suoi baci si sottrae. E allora il dio stremato le dice: «Se non puoi essere la sposa mia, sarai almeno la mia pianta. E di te sempre si orneranno i miei capelli e la mia cetra. E come il mio capo si mantiene giovane solo per te, anche tu porterai il vanto delle mie parole, per sempre per te!». Qui Apollo tacque e l'alloro annuì."


Allegoria della volubilità femminile, ma anche quello della castità eterna, l'alloro diviene il simbolo dei poeti, destinati a non avere mai le donne per le quali scrivono poesie.




Il compositore tedesco Georg Händel nel 1709 nella cantata "Apollo e Dafne" esemplifica magistralmente il dissidio degli uomini che hanno in sé forze opposte e contrarie...


Felicissima quest'alma
Ch'ama sol la libertà.

ma

Non v'è pace, non v'è calma
Per chi sciolto il cor non ha.

Tra le mani dei due artisti l'essere umano sviluppa il suo rapporto d'osmosi con il circostante, riuscendo ad essere sia romantico ma anche mai banale. Il loro confronto con il sociale e con la natura permette d'indossare i gioielli non solo come ornamento, messaggio decorativo d'indubbio gusto artistico, ma anche come presa di coscienza critica sul reale, tanto da non farvi passare inosservati agli occhi che meriteranno i vostri. I gioielli, pezzi unici realizzati con la tecnica della cera persa e del lavoro del metallo, come bronzo, oro e argento, sono stati concepiti non solo per essere ammirati e compresi ma anche indossati. Sembrano emergere dalle loro teche di vetro e ricercarvi, tanto che non riuscirete a decidervi su quale oggetto lasciarvi andare a sognare: ammirandoli non potrete non chiedervi in quale serata sarebbe perfetto indossare l'uno o con quale vestito o per quale persona sarebbe lo sposalizio perfetto, regalo o capriccio che sia, l'altro.



Pier Paolo Piscopo



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