Sul lungomare di Barcola, a Trieste, dopo il loro concerto, ho intervistato il duo di "Spacca il silenzio", chiacchierata che mi ha suscitato alcune riflessioni sulla percezione di una scena, di una vita che si sta vivendo nel momento stesso che si sta percependo, basta saperne individuare il suo lato performativo, la sua anima ed è quella la sua bellezza, quella realtà allora è tutto, diviene gesto rituale e artistico.
L'arte è già presente nella realtà basta saperla vedere, comporla a volte, porre luce su forma, concetto in catena ad altro, ombra dietro colore, sfumatura a linea, contrasto a nota, pausa e levigatura, rumore a silenzio.
Picasso e Michelangelo, forse i due artisti che hanno dato due delle più grosse sterzate alla storia dell'Arte, dopo Giotto, arrivarono a conclusioni simili: al primo appartiene il celebre aforisma "io non cerco, trovo" e al secondo "l'arte non è nell'aggiungere ma nel togliere". Cosa vuol dire questo? Che tutto è già presente nella vita. Basta saperlo vedere.
Negli Spacca il silenzio tutto risponde al linguaggio dell'anima, dell'inconscio, basta conoscerne la struttura convenzionale, a questo proposito non sono d'accordo, pur avendolo accennato che l'arte non ha regole.
L'arte ha delle regole, le regole della bellezza, dell'equilibrio, dell'armonia, quelle classiche e quelle ancora non codificate, accettate e così come per ogni linguaggio bisogna saperne riconoscere i segni. L'arte è cultura dell'espressione dell'uomo nei confronti della vita, non è altro che il Bello da scoprire, ricordiamo Dante, sommo, "fatte non foste per viver come bruti ma di virtute e conoscenza". A cosa si riferisce se non all'espressione del Bello con cui nutrirci l'anima?
Certo la bellezza è composta da diversi motivi, conoscenze, contesti, perché.
Se un'opera ha un motivo della sua esistenza, ha un contesto, ha un perché, quello è Bello e se ne distacca, alla fine, gentile, evapora, incorporeo come un'aurea, come schiuma da un'onda dalla sua schiena, quando muore sulla sua battima, lei arriva, l'arte, alla fine arriva a te, te lo chiede e ti accoglie con naturalezza e abbandono.
Negli ultimi minuti dell'intervista vi è il titolo:
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