Alla galleria MAC Maja Arte Contemporanea di Roma, in via di Monferrato 30, fino al 12 maggio sarà in esposizione la personale di Angelo Titonel. Omaggio a Diane Arbus.
Diane Arbus (‘23 - ‘71), nata Diane Nemero, è stata una fotografa statunitense di origini russe che ritraeva il mondo delle diversità, della società estromessa, dei margini, dei freak nello scostarsi dalla "normalità" data per scontata, una normalità a volte messa in discussione dalla stessa natura, a volte da scelte personali.
Nella maggior parte dei suoi scatti i soggetti si trovano nel proprio ambiente, a proprio agio, è lo spettatore ad essere messo di fronte all'esistenza, all'accettazione di essa al pari con la propria.
Angelo Titonel nasce nel 1938 in provincia di Treviso e alla fine degli anni settanta con la famiglia compie un viaggio negli Stati Uniti, soggiornando a New York ha modo di conoscere sia le foto della Arbus, morta da poco suicida ma anche tutto il mondo reale dei soggetti da lei ritratti: un’impressionante fauna urbana, di forte impatto e ispirazione.
Titonel ha affrontato molti passaggi nella sua evoluzione e carriera artistica, esponente di spicco del realismo magico italiano degli anni ‘70-‘80, approda in successione all’astrattismo e poi all’informale senza però mai dimenticarsi di quelle fotografie.
Dopo una serie di ritratti a tema ritorna col pensiero a quegli scatti e dal 2012 inizia a lavorare ad un progetto di omaggio e dialogo post-vita con la fotografa e quel mondo freak ritratto di tanta suggestione.
I suoi sono oli su tavola o tela, realizzati tra il 2012 e il 2015 come una sorta di riproduzione espressiva dei negativi della Arbus non sviluppati ancora in camera oscura.
I cromatismi blue marino, verde turchese, terra ombra bruciata, bruno di Marte e quel colore acromatico che segna il limitare della fine e l’inizio della speranza della vita, sono quel passaggio d’arte che rendono i lavori di Titonel un tributo quasi di dignità post-mortem a quei personaggi “mostruosi” che erano rimasti sospesi in un limbo di non sviluppo, di non luce. L’artista li ferma nel tempo e gli dona grazia in odore d’eterno.
L’esposizione di questi ritratti sono quelli di anime - come dichiara l’artista stesso del mondo che raffigura - immortalate nell’attimo che come fantasmi appaiono per un’ultima volta per poi sparire nuovamente, fino a che il potere dell’Arte non li richiamerà di nuovo alla vita.
Il tratto e la palettes particolare di Angelo Titonel hanno un modo classicheggiante di donargli muscolatura, finezza, ombreggiatura, leggerezza e luce con un pizzico di voluttà che sembrano galleggiare nel latte, impressionano subito la fruizione al varcare della soglia della galleria e ci trasportano in una galassia immortale, utopica, di non-luogo: infatti lo sfondo, dai quadri di Titonel, al contrario delle foto della Arbus, sono banditi, perché queste anime non vi appartengono ma sono corpi transeunti che per un ultima volta compaiono a mostrare chissà se il loro riflesso o la loro immagine reale...
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