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Immagine del redattorePier Paolo Piscopo

Viaggio nel Cuore del Cinema Rumeno: Emozioni Tragiche e Comiche in Villa Borghese

Aggiornamento: 30 ago 2023


Ci sarebbe da vergognarsi, scrivere un commento sul cinema rumeno dopo essere stato appena alle sue Giornate del Cinema, ma la vergogna è inconfessabile come suo postulato, mi avventuro così nel presentarvelo senza troppe spiegazioni.


Le giornate si sono svolte alla Casa del Cinema dal 08 al 10 dicembre, nella bella cornice di Villa Borghese a Roma e sono state organizzate dall’Ambasciata di Romania in occasione della Festa Nazionale della Romania 2022.


 

cinema rumeno alla Casa del Cinema


Si dice che il cinema rumeno sia Sergiu Nicolaescu e dal 2007 riparta con Cristian Mungiu, non lo so, devo essere sincero, ma i registi rimasti con il pubblico dopo le proiezioni dei loro film hanno dato prova di tale maestria, pazienza e umanità che se non i pionieri sono sicuramente degli ottimi ambasciatori della loro arte.



Da Le dune degli sciacalli” di Napoleon Helmis a “Oltre la Ferrovia” di Cătălin Mitulescu, lasciando per il momento da parte il film documentario "La nostalgia della dittatura" di Marius Barna, sono apparsi dei tratti che si rincorrono nella somatologia dei film presentati, talmente caratteristici da far venire alla memoria la commedia veneziana prima di Goldoni.


I film recitano come dei grandi giganti che percorrono le strade del mondo, con sfoggio di belle fotografie, affamati di cultura e con il loro peculiare stile: temerario, sardonico e tragicomico.


Film presenti nelle giornate del cinema rumeno


I film del cinema rumeno presentati a Roma alla Casa del Cinema
Alcuni film del cinema rumeno in proiezione


Film seri, incentrati su storie neorealiste, per questo tragiche, raccontate in atmosfere familiari, dove se ne percepisce un senso surreale, forse per bilanciare gli intenti commedici e gli spaccati sociologici, ma questo non si capisce al primo sguardo; dove, mantenendo una sottile linea di angoscia psicologia inerte, che non si sviluppa mai del tutto, è nascosta la sua ironia. Il cinema rumeno mi ha ricordato John Coffey di "Il miglio verde": terapeutico, silenzioso, mite, generoso ma tragico.


Sottilmente una vena tragica scorre insieme alla commedia e maschera i gesti affrettati delle grosse mani, così da tradire e venir fuori questa sofferenza, ma senza perderne il sorriso non ne fa un atto di denuncia, non si riesce ad afferrare, rimane ineffabile e distante, quasi a gridare: “Io soffro, sorrido, ma restano affari miei.” Forse è questo il tratto che più caratterizza il suo cinema, è un racconto interno che fa la Romania.


I film sono stati presentati dalla Responsabile per i programmi di promozione culturale all’Accademia di Romania in Roma, la bravissima professoressa di filologia classica Oana Bosca-Malin e commentati dalla gentilezza, che accompagna la sua ineguagliabile preparazione, la professoressa e critica della cinematografia rumena Manuela Cernat.


La mia gratitudine e il piacere che ne ho tratto sono stati tali, che anche dopo aver visto solo questi film, e con tutta la vergogna che deriva, quando uno osa, ho voluto lo stesso distillare il cinema rumeno con un tratto di poche righe. Spero di non aver peccato d’ingenuità con tanta sfacciataggine!





di Pier Paolo Piscopo

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