L'ultimo sondaggio condotto da US Trust, la divisione del private wealth management di Bank of America ha tratto delle statistiche sui modelli di collezionismo, come da contesto scrivevo ieri, di acquirenti di opere d'arte, ricavate analizzando i dati delle case d'aste più importanti al mondo, come la Christie's di New York o la Sotheby di Londra.
I risultati hanno mostrato che mentre il mercato dell'arte tradizionale è in gran parte dominato da collezionisti maschili, le donne di alto tenore sociale sono una forza crescente nell'acquisto di opere d'arte d'avanguardia (36%).
Il notevole aumento delle opere da parte femminile è avvenuto nella compera online.
Mentre i boomers (un baby boomer è una persona della generazione nata tra il 1945 ed il 1964 in Nordamerica o in Europa) sono ancora la generazione dominante di collezionisti d'arte, circa la metà di tutti gli attuali, la Generazione X, nata tra il 1960 e il 1980, sono quelli meno interessati all'arte, anche se bisogna fare un discorso a parte; questa è una generazione storicamente incuneata nel periodo di transizione tra il declino del colonialismo e la caduta del muro di Berlino, hanno subito da una parte, per decenni, la propaganda di ideologie di regimi caduti e un mondo commerciale e tecnologico che li tirava dall'altra. Una generazione detta anche "invisibile", perché se non proprio schiacciata, è cresciuta all'ombra della cultura pop, a riparo della generazione precedente dei baby boomers, numericamente più consistenti e la prima generazione a godere dell'aumento della longevità, la quale ha finito per imporre la propria visione del mondo e la propria centralità negli assetti di potere.
I millennial invece, nati tra 1980 e il 2000, è una generazione che stupisce, sembrano in rapida crescita nell'acquisto di opere d'arte, sono il segmento che più mostra un rapido, anche se frammentato, rialzo. I loro tassi di proprietà artistica sono aumentati dell'8% rispetto all'anno scorso e al 36% del totale degli intervistati. Detta anche Generazione Y o net generation sono quelli la cui infanzia è stata segnata da un approccio educativo tecnologico e neo-liberale, derivato dalle profonde trasformazioni degli anni sessanta: più radicalmente e culturalmente tollerante rispetto alle generazioni precedenti hanno potuto godere appieno della globalizzazione, al netto di possibilità economiche e culturali medie di partenza; per la crisi che li ha colti intorno il 2007 è chiamata anche lost generation, ecco perché il dato stupisce, ma forse posso spiegarlo con questi altri dati.
Mentre il piacere estetico continua ad essere la ragione principale per collezionare opere d'arte (41%), è in corso un cambiamento; il sondaggio afferma che i giovani collezionisti tendono ad essere più guidati dal punto di vista finanziario (31%), si distinguono dai boomers nell'acquisto di arte per tre motivazioni: acquistano arte per un avere un valore sicuro in un mercato volatile (32% contro il 16% delle generazioni precedenti - ne fanno una sorta di pensione-salvadanaio) è una risorsa che può essere sfruttata per costruire ricchezza (33% contro il 16%) e solitamente acquistano per rivendere subito, avere un profitto immediato (35% contro il 13%).
Prova che, i collezionisti più giovani sembrano vedere l'opera d'arte come un bene finanziario che gli garantisca una rendita, al pari di un'azione, è il fatto di avere meno riserve quando si tratta di vendere: il vecchio adagio che i collezionisti non sono venditori sta svanendo.
Altra particolarità che stupisce è che i millenials per il 78% acquistano arte online, ma in generale l'acquisto sul web, da parte di tutti, è passato in un solo anno dal 28% del 2017 al 40% del 2018, con le donne che hanno contribuito maggiormente a determinare il range, infatti queste sono passate dal 16% al 36%.
L'opera in assoluto più costosa venduta dal 2011 è un palloncino di acciaio specchiante gigantesco, fatto a forma di barboncino, il Baloon dog di Jeff Koons, venduto per 58 mila 405 dollari, vale a dire 50 mila euro. Siamo sui livelli di una Porsche o un Audi TT. Ma mentre l'automobile col tempo si svaluta, l'opera acquista di valore; questa è la differenza imprenditorialmente.
Pier Paolo Piscopo
Ƹ̴Ӂ̴Ʒ
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