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Guardando le note < hanami!_

Aggiornamento: 17 feb 2023


Il Salone internazionale di Mauro Luli, l’hairdresser nel cuore della cinquecentesca Via Sistina di Roma, al civico 121, giovedì, si è svolto un concerto di musica classica con inserti melodici e poesie giapponesi, suonate da quattro artiste con un pianoforte e le tipiche music bell.


Le “Music Bell” nascono in Giappone, come forma semplificata delle più famose handbell inglesi, dando vita ad una musica piana, celestiale e delicata che sposata all’ambiente elegante del salone, rendeva un’atmosfera di stile perfetta.


La Cantata e il Minuetto di Bach, le Quattro Stagioni di Vivaldi e la Marcia alla Turca di Mozart sono state interpretate da Ayumi, Benedetta, Junko e Yukadell’Associazione A&A Music con 27 music bell ciascuno, raggiungendo i 2/8.


Ai brani hanno fatto replica una serie di suoni a scala, guidati magistralmente dalle doti di soprano di Ayumi che ha recitato e poi cantato in giapponese la poesia Sukura Yokocho (I vicoli dei ciliegi) di S. Bekku; e versi tanto chiari hanno fatto si che per dolci si sarebbero potuti bramare i colpi dei più amari.


Il sistema di suono a scale ha confermato la composizione algoritmica della musica e una matrice seicentesca dello strumento, maturata poi nel corso dei secoli dall’uso sapiente dei giapponesi: unici nel saper migliorare ogni cosa.


Il coro infondeva tutto di uno straordinario profumo di note musicali, effetto ipnotico ed estraniante anche per l’orecchio meno avvezzo.


L’arte di suonare le campane sintonizzate in modo controllato, per produrre variopinte variazioni in rapide sequenze, era realizzata seguendo lo spartito o rispondendo alle note, come se fossero inserite in un dialogo di suoni tramite le chiamate di una conduttrice.


Ciò ha creato una forma di musicalità insolita e suggestiva, perché rispondeva ad un’intensità sociale e ad un difficile coordinamento di gruppo che quando riesce, come a quest’evento, è rarità molto apprezzata.




Le note veleggiavano nell’aria, come fiori di ciliegio in aprile, quando il sole all’imbrunire nasconde le notti stellate, ed essi cospargono la terra dei viali ancora freddi, danzando, in vortici di tonalità calde e bianche, di rosa dai cuori rossi, e, adamantini avori gli orli dei petali, a mezz’aria, gli adagi sembravano irrorare come i versi dei poeti quando passeggiano in quell’ora, e vagheggiando, ricordano gli occhi dell’amata, così che vorrebbero gridarle: < amami!_


Così gli ospiti hanno lasciato le sedie per stringersi, insieme alle coriste e all’hairdresser, in un allegro brindisi di auguri di Buon Natale.


Il simbolo di questo concerto non è stato solo nel gustare lo spettacolo offerto dalla bellezza delle melodie della musica, ma nell’osservare con una punta di commozione qualcosa di nuovo, creativo, in un’atmosfera elegante e accogliente, in un incontro tra oriente occidente nel centro di Roma.



Pier Paolo Piscopo

 
 

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